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Notizie Associazione Coscioni - n. 103 - 22 aprile 2009
Direttori Marco Valerio Lo Prete e Alessandro Capriccioli |
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Paolo Ravasin, Presidente della Cellula Coscioni di Treviso, malato di Sclerosi laterale amiotrofica e totalmente immobilizzato nel suo letto presso la casa di riposo delle Magnolie, il 21 luglio 2008 aveva pubblicato un video-testamento biologico per garantire il rispetto delle proprie volontà in materia di scelte di fine vita. In particolare aveva espresso la volontà di rifiuto all’eventuale ricorso alla idratazione e alla alimentazione forzata. Oggi alla luce dell’approvazione del DDL Calabrò, approvato il 26 marzo al Senato della Repubblica e di prossima discussione alla Camera dei Deputati, Paolo Ravasin si rivolge, con un nuovo messaggio audio-video, direttamente alle massime cariche dello Stato: Presidente della Repubblica, Presidente del Senato, Presidente della Camera. Di lotte e di governi
Contro la crisi, libertà di ricerca! Questo il messaggio del Ministro della Salute spagnolo, Bernat Soria, al Secondo incontro del Congresso Mondiale. Non solo sulle staminali o sulle nanotecnologie - ha aggiunto José Mariano Gago, Ministro della salute del Portogallo - ma anche nelle scienze sociali, particolarmente distorte nei Paesi dittatoriali e totalitari. Premi Nobel, Ministri,scienziati,responsabili di associazioni di pazienti,insieme da Bruxelles hanno lanciato proposte e preso impegni "di governo",per la libertà e la salute. La fede non si "concorda"
Desidero ringraziare il presidente Fini e il presidente Bertinotti per aver voluto che fosse presente in questa rievocazione anche una voce anticoncordataria, di uno di quei radicali che espressero nel 1984, sulle orme di Ruffini e di Croce e su quelle di Gaetano Salvemini, di Piero Calamandrei e di Ernesto Rossi, la loro opposizione al nuovo Concordato in quasi assoluta solitudine se si escludono in quelle aule parlamentari poche altre voci critiche (ne voglio ricordare in particolare una, quella del cattolico Corrado Guerzoni). In quelle aule parlamentari perché, come la storia di questo paese ha dimostrato, la minoranza a cui appartengo ha saputo anticipare, interpretare e rappresentare anche fuori di esse, per oltre quaranta anni, nonostante l’isolamento a cui è stata spesso condannata, gli orientamenti della maggioranza del popolo ital! iano. E sarebbe così anche oggi se in questo paese fosse ancora possibile il libero confronto delle opinioni e l’einaudiano “conoscere per deliberare”. Ascoltare Paolo VI
Intervistata dal “Giornale”, la senatrice Dorina Bianchi ha affermato che la vita umana appartiene «ai cittadini e alla collettività». La risposta è stata evidentemente equivocata (vedi che succede a non farsi rileggere le interviste, specie quelle su temi tanto delicati), perché non può esser stata Bianchi a offrire una risposta così “sovietica” (come direbbe il presidente del consiglio). Cosa vuol dire, infatti, che della vita umana può disporre «la collettività »? Se si intende che alle decisioni relative alle scelte di fine vita del soggetto possano concorrere il sistema di relazioni, la rete familiare, i mondi vitali, la comunità della quale si è parte, sono interamente d’accordo. Ma nel caso più controverso, quello di Eluana Englaro, la sola comunità che potesse venire considerata sua era quella rappresentata dai suoi genitori. E la scelta di questi è stata l! impida e inequivocabile. Dunque da rispettare incondizionatamente. Oppure – ma non posso credere che questo sia il pensiero di Dorina Bianchi – la “collettività richiamata è quella rappresentata dalle istituzioni dello Stato (il Parlamento e le sue leggi). Sono con voi stretto stretto, con lo spirito
Cara Mina, la mia salute fa i capricci. Sono con voi, stretto stretto, con lo spirito. Se credi opportuno puoi leggere un breve messaggio. I Cristiani, soprattutto i cattolici, dovrebbero verificarsi davanti alla Croce e non organizzare crociate che portano confusione, divisione, fanatismo. I Cristiani dovrebbero instaurare un dialogo con i laici, un confronto senza paure e, sopratutto, senza aggressività. E’ bene che i Cristiani non pretendano a tutti i costi dai non credenti, e dai pensanti, quello che essi non possono dare: atti di Fede, trasformati in Legge; che non chiedano di accogliere convinzioni dogmatiche nella politica, ma sappiano presentare il loro messaggio in termini antropologici tali che i non credenti e i dissidenti possano percepire in essi la volontà e il progetto del servizio reso all'uomo e alla Società. Chiedo alla Chiesa alla quale appartengo, alla G! erarchia, di riflettere profondamente. |