Nella giornata di ieri, il Consiglio sui Diritti Umani delle Nazioni Unite e’ tornato ad eleggere la Libia a capo di un organismo dell’ONU che ha il compito di prevenire ed offrire soluzioni alle violazioni dei diritti umani.
Si tratta di un Comitato composto da 20 paesi che da ieri e’ riunito a Ginevra e che ha il compito di dare seguito alla Conferenza di Durban contro il razzismo che si e’ svolta in Sudafrica nel 2001 e che ebbe gli onori della cronaca per il tentative per il tentativo dei paesi membri della Conferenza Islamica di equiparare il sionismo al razzismo; un tentativo quello che fu sconfitto grazie al’opposizione di altri paesi, ma che comunque porto’ all’individuazione di Israele quale il paese principalmente responsabile delle violazioni dei diritti umani e delle discriminazioni razziali a livello internazionale. E a conclusioni piu’ gravi, parlando di apharhtheid e di crimini contro l’umanita’ compiuti da Israele contro il popolo palestinese, giunse la riunione delle Organizzazioni non Governative che si svolse in parallelo
In questo contesto va ricordato che, nel 2003, proprio l’elezione della Libia, quella volta a capo addirittura della Commissione sui Diritti Umani, fu la goccia che fece traboccare il vaso e che spinse l’allora Segretario Generale dell’ONU Kofi Annan a proporre la sua riforma e sostituzione con l’odierno Consiglio sui Diritti Umani. E quanto avvenuto ieri al Consiglio sui Diritti Umani con l’elezione della Libia di Gheddafi che ha al proprio fianco, tra gli altri, anche l’Iran di Ahmadinejad, conferma quanto da radicali siamo andati dicendo in grande solitudine nel corso degli ultimi anni, e cioe’ che la cosiddetta riforma della Commissione sui Diritti Umani si rivela ogni giorno di piu’ una controriforma dato che l’influenza e il potere di controllo che viene esercitato dai paesi autoritari e dittatoriali non risulta dimunuito, bensi’ aumentato.
E la ragione di cio’ sta innanzitutto nell’incapacita’ delle democrazie occidentali, ma in realta’ di tutti i paesi democratici, a partire ad esempio da Brasile, Sudafrica, India ed altri cosiddetti paesi in via di sviluppo, di comprendere che l’unica risposta possibile alla crescente forza politica ed economica di paesi autoritari come Russia, Cina, Venezuela, Arabia Saudita ed altri, sta nella creazione di un’effettiva alleanza politica e strategica tra le democrazie; un’alleanza e un’Organizzazione Mondiale della e delle Democrazie che non potra’ certo ignorare i vincoli economici che esistono in un mercato globale – e che in realta’ sono reciproci - anche con questi paesi autoritari, ma che se non fosse messa in piedi avrebbe come conseguenza continuare ad ignorare le stesse norme internazionali in tema di rispetto dei diritti umani su cui non puo’ non fondarsi fondarsi la credibilita’ dell’ONU. Una credibilita’ che e’ stata nuovamente indebolita da una decisione presa all’unanimita’ ieri a Ginevra.
Mateo Mecacci, notizieradicali, 28-VIII-07.