• da Il Riformista del 24 settembre 2007, pag. 2
Si aprono oggi i lavori della 62esima Assemblea Generale dell'Onu, una scadenza attesa da noi radicali con grande apprensione. Sarebbe dovuto avvenire oggi il deposito del testo della risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali secondo quanto deciso dal Consiglio affari generali e relazioni esterne (Cagre) il 18 giugno scorso quando, a seguito di uno sciopero della fame «ad oltranza» durato ben 64 giorni, ottenemmo che fosse scongiurato l'ennesimo rinvio all'Assemblea generale dell'anno del mai", con una blindatura del rinvio nei tempi e nel contenuto. L'11 settembre scorso, il sottosegretario agli Esteri Gianni Vernetti, in una comunicazione alle Commissioni Esteri congiunte di Camera e Senato, ha assicurato che il testo di risoluzione «per la moratoria universale della pena di morte» verrà presentato «all'apertura della 62esima Assemblea Generale, quindi martedì 25 settembre». Le cose non stanno così e per questo, conoscendo e avendo denunciato da tempo i ritardi e gli errori che si stanno compiendo e che rischiano di pregiudicare gli impegni formalmente assunti, nel tentativo di dare alle istituzioni, innanzitutto italiane, la forza di ottemperare a tali impegni, abbiamo deciso di riprendere l'iniziativa nonviolenta dello sciopero della fame il 2 settembre, trasformandola in sciopero della fame ad oltranza il 17 settembre di fronte all'aggravarsi della situazione. La vicenda del veto polacco alla giornata mondiale del 10 ottobre ben spiega, pur non riguardando la nostra campagna, come gli ostacoli alla moratoria universale non si chiamino né Cina né Stati Uniti ma Europa. La burocrazia di Bruxelles ha finora impedito all'Assemblea Generale di esprimersi sull'obiettivo della moratoria universale della pena di morte, obiettivo che è stato storicamente proposto, in tutte le sedi internazionali, su puntuale, continua, formale iniziativa radicale, dai nostri governi fin dal 1994. Il governo italiano ad oggi si vede escluso dalla gestione dell'iniziativa in violazione delle decisioni dello stesso Consiglio dei ministri degli esteri europei oltre che del Parlamento europeo che a più riprese hanno attribuito all'Italia, insieme alla presidenza di turno, la titolarità e responsabilità dell'iniziativa nell'ambito di una coalizione interregionale da costituire per la presentazione del testo. Condizione questa, anche per l'ambasciatore Fulci, di «preliminare importanza». La presidenza portoghese invece ha continuato ad informarci o consultarci senza consentirci di avere una parte attiva e responsabile di questo processa E poi il testo della Risoluzione, preparato dagli "esperti Ue" fa dell'abolizione e non della moratoria l'obiettivo dell'iniziativa Non si tratta di mera differenza lessicale ma di una posizione chiaramente espressa da quegli Stati che hanno aderito alla proclamazione della moratoria come un passo verso l'abolizione della pena di morte e il cui sostegno, se passa l'impostazione pro abolizione, rischiamo di alienarci. È vero che questa nostra ultima lotta nonviolenta è riuscita a sortire importanti risultati. L'intervento del presidente Prodi previsto per domani al Palazzo di Vetro non era scontato, così come la tenuta dell'evento del 28 settembre a New York, che avevamo proposto, con la partecipazione del nostro ministro D'Alema e di numerosi ministri degli Esteri dei paesi sostenitori della moratoria oltre alla possibile presenza di alcuni di quei 55 Premi Nobel che con un appello a Prodi la primavera scorsa avevano chiesto di presentare subito la risoluzione all'Onu e che il presidente ha voluto invitare con una sua personale lettera. Così come la Farnesina ha deciso di avvalersi della presenza di Aldo Ajello e di noi radicali nella delegazione italiana a New York. Bisognerà vedere se in questa settimana l'Italia riuscirà a farsi forza della nostra lotta nonviolenta, della presenza a New York di Prodi e D'Alema, per recuperare il terreno perduto in questi mesi ottenendo la cogestione dell'iniziativa e la definizione di un testo chiaramente pro moratoria da presentarsi immediatamente. Anche in questo caso, è una questione di rispetto della legalità di decisioni prese da parlamenti e dagli stessi governi europei, di cui da sempre noi radicali ci facciamo garanti con le lotte nonviolente, e che sono silenziate, proprio ora, nel clamore dell'antipolitica e degli scandali della "casta" dove si fa di tutta l'erba un fascio e si censura la totale estraneità dei Radicali alla spartizione di potere e denaro pubblico, il che ci rende ancora più poveri, oltre che di informazione, anche di risorse umane e finanziarie rispetto anche all'obiettivo di portata storica che abbiamo davanti. Anche per questo, ringraziamo coloro i quali hanno deciso, in questa ultima azione nonviolenta, di devolvere al Partito Radicale e a Nessuno tocchi Caino quanto quotidianamente risparmiato in spese alimentari e coloro i quali, pur non digiunando, vorranno sostenere con un contributo straordinario o con l'iscrizione a questo "ultimo miglio" di una straordinaria battaglia umana e civile. Per chi volesse aderire www.radicali.it. |