Marco Pannella risponde: “Noi speriamo di essere il seme rivoluzionante e rivoluzionario - e credo che lo siamo - nel mondo e non solo in Italia di una consapevolezza nuova e diversa, anche antropologica…”
di Luca Martinelli
Intervista a Marco Pannella
Da LibMagazine 20 novembre 2007
LibMagazine incontra Marco Pannella nella sede dei Radicali Italiani. Lì, nel suo ufficio, il leader storico del movimento radicale ci ha concesso un’ampia intervista nella quale ha rivendicato la grande attenzione che da sempre dedica a grandi temi troppo spesso oscurati dalle cronache in favore di altri di rango infinitamente più basso. Importanti riflessioni sul ruolo dell'Europa a valle del successo riportato all'Onu con la risoluzione sulla moratoria universale della pena di morte.
L.Martinelli: Un primo grande risultato è stato raggiunto: la Terza Commissione dell'ONU ha approvato una risoluzione per la moratoria universale della pena di morte. Mentre si attende il voto dell'Assemblea Generale, un militante abolizionista "storico" come Pannella è contento oppure continua ad avere dubbi sulla riuscita positiva della vicenda?
M.Pannella: E' stato un successo, per il momento grosso. Adesso entro il 10-12 dicembre, penso, avremo il risultato definitivo. Non sono affatto tranquillo, perchè noi abbiamo tutto da perdere, quelli che ora hanno perso non hanno nulla da perdere, stanno solo cercando la rivincita.
Su questa vicenda, è stato detto tutto. Io voglio solo dire che quando questa vicenda sarà conosciuta nella sua cronaca, sarà sorprendente. E' dal 1994 che questa proclamazione di moratoria era acquisita dalla Comunità Internazionale. Da allora, abbiamo dovuto attendere fino ad adesso - speriamo solo fino ad adesso - operosi lavorando, con un solo nemico: l'Europa.
Nel 1994, dopo due anni che avevamo costituito e lanciato la nostra iniziativa per la moratoria perchè venga abolita in prospettiva la pena di morte, perdiamo per otto voti. E ci fa perdere il fondamentalismo imbecille di 20 Paesi europei che oggi fanno parte dei Ventisette dell'UE. Da allora, la battaglia era più che vinta. Nessuno Tocchi Caino aveva pubblicato libri su libri, esponendosi a fare dei censimenti dei mantenitori e degli abolizionisti. I fatti lo confermano, ma ora bisogna stare molto attenti perchè la minaccia è celata, sotto traccia.
L'Europa è ancora una Europa divisa fra due destini e due storie: quella degli autori della Shoah e quella del popolo europeo, vittima della Shoah. Bisogna stare attenti soprattutto al riformarsi della "Europa delle Patrie" contro la "Patria europea".
L.Martinelli: Non fu solo in quella occasione che l'Europa fu contraria. Nel 2003...
M.Pannella: No, ma prima di quello c'è un altro episodio, del 1999, in cui giunge un telegramma da Bruxelles all'ambasciatore [presso l'UE, ndr] Fulci e a tutti gli ambasciatori europei nel quale si dice di ritirare la risoluzione - vincente - che avevamo di nuovo fatto depositare.
L.Martinelli: E poi nel 2003, l'Italia - che pure si era fatta promotrice dell'iniziativa - è riuscita a neutralizzare la maggioranza favorevole alla presentazione. Da 8 Paesi su 15 favorevoli a 15 contrari alla presentazione, Italia compresa...
M.Pannella: Questa lettura non è del tutto, chiedo scusa, corrispondente al reale. Perchè questo problema era un problema di politica estera, l'UE c'entra poco... Nel '99, D'Alema premier e Dini ministro degli Esteri, si fa ritirare una risoluzione vincente. Nel 2003, il Parlamento italiano impegna il Governo a presentare la risoluzione, il Governo accetta, il Parlamento Europeo impegna gli Stati (e non l'Unione, chè non può) a concludere questa battaglia... ad un certo punto il Ministro Frattini ci comunica - a cose fatte - non di non potere, ma di non aver fatto quanto doveva per quella assemblea, perchè c'era stato un parere contrario, al quale avevano fatto molto male a rimettersi, alla presentazione.
Adesso, per ottenere un risultato per il rotto della cuffia ci sono voluti 14 anni di scioperi della fame, della sete, iniziative nonviolente... Da queste quattro stanze, abbiamo mandato di notte, senza avere le strutture, messaggi ed informazioni a 27 cancellerie europee... ed ancora oggi è una attività spossante, ma ci sono 4 o 5 compagni che si danno da fare. Quegli stessi che hanno contribuito a battere quelle proposte di espulsione del Partito Radicale dall'Ecosoc, provenienti da membri del Consiglio di Sicurezza.
L.Martinelli: Quei Paesi che volevano due volte l'estromissione del PRT dal Consiglio Economico e Sociale dell'ONU hanno anche votato contro la risoluzione ed hanno perso. Non vede questa approvazione come una rivincita nei loro confronti?
M.Pannella: Beh, siccome in quei due casi abbiamo clamorosamente vinto, la rivincita la stanno cercando loro... A quanto pare, per fortuna, l'abbiamo spuntata ancora una volta noi.
L.Martinelli: Avete fatto una campagna di sensibilizzazione da queste "quattro stanze", ma non vi siete limitati solo a quello per ottenere questo risultato. Avete anche creato un cosiddetto "gruppo africano", attraverso visite e rapporti interpersonali tessuti da Lei, dalla Bonino, da D'Elia, dalla Zamparutti... Siete perfino riusciti a convincere Kabila jr., attuale Presidente della Repubblica Democratica del Congo, a risparmiare gli assassini del padre e a farlo primo sostenitore della espunzione della pena di morte dalla nuova costituzione congolese.
M.Pannella: Vorrei che fosse chiaro un fatto: il Partito Radicale, il cui nome depositato è Nonviolent Radical Party, Transnational and Transparty, dimostra che siamo attenti alle involuzioni in Europa e nel mondo, che abbiamo aggiornato il nome per poter meglio combattere le battaglie che ci prefiggiamo. Ma vorrei precisare che non ci siamo mossi come Nessuno Tocchi Caino o come Partito Radicale. La Galassia è ancora più composita. L'Associazione Non c'è pace senza giustizia è stata eccezionalmente accettata come co-autrice e co-promotrice della Corte Penale Internazionale. In modo ufficiale, perchè l'invito ufficiale della Conferenza costitutiva di Roma fu ad opera del Governo Italiano e di Non c'è pace senza Giustizia.
In questo caso, ci siamo mossi - nemmeno in maniera coordinata - pure in Medio Oriente. Il potere che oggi domina quell'area ha subito anch'esso una sconfitta, perchè non c'è stata affatto l'unanimità del mondo arabo contro la moratoria. Però devo segnalare una cosa, una piccola delusione: il Senegal, che sempre è stato dalla nostra parte, che è stato premiato da NtC, siccome adesso deve ospitare la Conferenza della Lega Araba ha ritenuto di fare una cosa molto intelligente, cioè se l'è squagliata... per amicizia verso di noi.
Però l'Africa, fino ad un anno e mezzo fa, era ancora massicciamente contraria alla moratoria, ed ora... Pensi al Sudafrica o al Burkina Faso. Tra l'altro, in questi giorni ricorre l'anniversario dell'assassinio di Thomas Sankara [Presidente del Burkina Faso dal 1984 al 1987, considerato il "Che Guevara dell'Africa sub-sahariana", ndr] e di cui ero personalmente amico, con cui ho lavorato... è una realtà complessa quella africana.
Poi non va dimenticato Aldo Aiello, socialista demartiniano con doppia tessera, poi deputato radicale: grazie alla sua azione sullo scenario africano, ha provocato da solo il voto favorevole di sei-sette Paesi... Lei ha ricordato alcuni attori, ma in realtà ciò che si è mosso è molto di più. Niccolò Figà Talamanca sta tenendo un seminario di dieci giorni in Marocco sulla "giustizia transitiva", ovvero sulla conversione di uno Stato di per sè già abbastanza democratico e di diritto come il Marocco in uno Stato pienamente democratico e di diritto. Il tutto con l'accordo del Governo marocchino.
L.Martinelli: Questa operazione di Figà Talamanca non le ricorda, soprattutto come assenza pressochè totale dai mass-media, un po' la Conferenza di San'a, dove grazie ad Emma Bonino il mondo liberale arabo si riunì per far sentire la sua voce? Ottenendo in Italia però soltanto un trafiletto sul Corriere della Sera?
M.Pannella: Ah, ma questa è la regola. Perfino il G8 si è occupato due volte di San'a e di garantire il proseguimento dell'azione di San'a... Io non so quale sia la cancelleria europea in grado di fare un lavoro così di fino... Comunque, ho citato Figà Talamanca perchè è lui l'operativo in Marocco, ma lui ha chiuso da poco un'altra operazione in Iraq, in ambienti che letteralmente si ammazzano fra di loro. Hanno lavorato anche qui a Roma, realizzando qualcosa che resterà nella storia dell'Iraq e del Kurdistan: i presidenti iracheno e della Regione Autonoma curda e i presidenti dei due parlamenti hanno concordato una serie di misure per il funzionamento dello Stato, con i curdi che hanno accettato di essere i rappresentanti del territorio, della storia dei curdi iracheni. Attenzione, non i rappresentanti del popolo o dell'etnia curda, ma dei curdi iracheni.
L.Martinelli: Il PKK non sarà stato contento...
M.Pannella: Ovvio che no. Comunque, in termini di storia costituzionale irachena indubbiamente è un risultato notevole, ma di tutto questo non c'è nulla sui quotidiani italiani... Così come non c'è mai stato un articolo sulla lotta in corso per la moratoria. Adesso si celebra il risultato, toccando ferro (o legno, a seconda si sia italiani o francofoni) per quello che sta per accadere. E poi c'è anche, dopo "Iraq libero!" (che si è scoperto ultimamente che era anche quella una campagna che stavamo vincendo) e "Nessuno tocchi Saddam", l'iniziativa del primo Satyagraha Mondiale per la Pace. Io sono abbastanza convinto che questa nuova lotta, aperta già da un anno, possa essere autrice di una rivoluzione nelle politiche tradizionali, sia nostre che dei cosiddetti "pacifisti".
L.Martinelli: Abbiamo citato il PKK, quindi un riferimento alla Turchia ed alla attuale situazione appare d'obbligo (tanto più che la Turchia è da sempre uno dei Paesi al centro degli interessi dei Radicali). Però abbiamo citato anche il Medio Oriente, e qui sorge spontaneo chiederle qual è la sua posizione riguardo la missione UNIFIL 2 ed il ruolo dell'Italia in Libano (ruolo che a dir la verità appare difficile da decifrare).
M.Pannella: Beh, lei vede che adesso sto fumando [un sigaro toscano, ndr], no? Come si dice, sto fumando come un turco... Questa è una manifestazione del mio essere "turco" e sono intenzionatissimo ad esserlo e continuare ad esserlo, perchè quarant'anni fa in Italia ed in Francia non c'erano tanti favorevoli alla NATO pur essendone protetti, la Grecia stava forse per essere assegnata (contro Yalta) ai "terroristi di sinistra"... ed in quella la Turchia si espone. Seguendo la tradizione di Atataurk, fa una scelta storica: avrebbe potuto essere divorata dall'URSS - la Turchia era un cuneo nell'Impero del Male - ed invece sceglie la NATO, che si trova a contatto a sud e sud-est con delle realtà sicuramente più moderne di oggi.
Anzi, mi assumo la responsabilità di dire che era più moderna, più dinamica, più feconda di quella di oggi. L'Iran dello Shah era sicuramente più moderno di quello di Mossadeq, per non parlare di quello del signore che c'è adesso... Sul Libano trovo vomitevole un fatto: D'Alema, andato lì a visionare la situazione, ha incontrato anche la massima autorità cattolica libanese, perchè la Costituzione vuole che la Presidenza sia affidata ad un cristiano.
Questo signore - si fa per dire - ha fatto una lista di sette nomi, candidando gli assassini, assassinandi ed assassinati, dando una mano all'istituzione libanese-siriana dell'assassinio sistematico. Abbiamo 41 parlamentari anti-siriani che stanno ammazzando uno per uno, in modo da dare la maggioranza per i filo-siriani. Dopo quattro che ne hanno ammazzati, ne mancano solo tre prima che il Parlamento ritorni una filiale di Hizbullah e dintorni. Io trovo repellente questo fatto "minore". Abbiamo un presidente che è un complice, un sicario della politica criminale che dalla Siria si rovescia sul Libano. Ed ora abbiamo un altro leader cristiano, indicato per la presidenza, che è uno degli avversari più determinati dei 41 parlamentari anti-siriani, che vivono in una situazione di asserragliamento. Questi appena tirano fuori la testa, rischiano di essere ammazzati.
L'altro giorno, ho incontrato a Bruxelles due di loro, il leader di una formazione tradizionale ed il presidente del Blocco Nazionale. Quest'ultimo ha perso la moglie e i figli, tutti finiti assassinati nell'ultimo decennio. Ho pensato e detto ad entrambi "Ci siamo visti oggi, speriamo di rivederci in futuro", con la speranza che restassero dopo 24 o 48 ore ancora in vita...
L.Martinelli: Un'ultima domanda: di qui a poco verrà tenuto il Consiglio del PR a Bruxelles. Ci sarà un rilancio del Satyagraha oppure ci saranno anche altre iniziative?
M.Pannella: Si terrà dal 6 all'8 dicembre, ma siamo totalmente sotto zero nell'organizzazione del Partito. Si aprirà con una conferenza dell'ELDR, con il capogruppo Graham Watson, con il Commissario Frattini, Benedetto Della Vedova... Siamo sotto zero nell'organizzazione, ma il materiale c'è. Tenteremo di presentare, in forma sintetica ed organica, quello che è il nostro obbiettivo scritto già da un anno: rendere all'umanesimo laico e liberale la prospettiva della difesa della Pace, a partire dalla difesa dei diritti alla vita e dei diritti fondamentali dell'individuo, della donna e dell'uomo oggi.
Questa ambizione, dopo il 1913-14 (quando è cominciata la rapina delle battaglie per la Pace dal mondo che poi è diventato comunista e "pacifista"), noi cerchiamo di concretizzarla attraverso il ritorno consapevole e definitivo ad una politica strutturale di creazione di situazioni di pace, a quel contributo immenso che è il Manifesto di Ventotene di Ernesto Rossi ed Altiero Spinelli, all'umanesimo e alla visione filosofica di Kant, e poi al mondo liberale. La nostra ambizione è enorme, i mezzi saranno quelli che saranno, e penso che non saranno molti. [sorride] E vorrei aggiungere un'ultima cosa.
L.Martinelli: Prego.
M.Pannella: Chi è laico ed ha la religiosità laica, la religiosità - l'etica - della libertà e della responsabilità, non solo non ha bisogno, ma è inassimilabile da cose pur suggestive, come la comunione dei santi, come il corpo mistico. Perchè partono tutte dalla indistruttibile condizione di trascendenza e quindi di dialogo fra l'individuo e l'assoluto. Attraverso questo, noi speriamo di essere il seme rivoluzionante e rivoluzionario - e credo che lo siamo - nel mondo e non solo in Italia di una consapevolezza nuova e diversa, anche antropologica. E speriamo di trasmetterlo anche come DNA e non solo come conquiste politiche.
notizieradicali, 20-XI-07.