«Europe of Fatherlands or European Motherland?». Una madrepatria europea o un'Europa di singole madrepatrie? Con questo interrogativo si aprirà domani all'europarlamento di Bruxelles la tre giorni organizzata da liberaldemocratici e partito radicale transnazionale per «rilanciare il processo federalista, democratico e pacifico» del vecchio continente. Con l'obiettivo di esportare il "modello Europa" nelle aree segnate da conflitti e violazioni dei diritti umani e lanciare un primo grande Satyagraha mondiale per la pace, l'iniziativa «di ispirazione gandhiana e nonviolenta» che nelle intenzioni dei promotori dovrebbe culminare durante i giochi olimpici di Pechino dell'agosto 2006. «Il primo Satyagraha mondiale per la pace» ha l'obiettivo «di riformare le caratteristiche strutturali delle politiche che si scontrano in Medio Oriente, e a partire da lì, nel mondo», si legge nell'appello manifesto firmato tra gli altri da importanti premi Nobel come la senatrice Rita Levi Montalcini o Betty Williams, icone del pop come Peter Gabriel, o intellettuali come lo scrittore israeliano David Grossman e il fotografo Oliviero Toscani. «Il carattere nazionale e sostanzialmente nazionalista, - continua il manifesto - la blindatura ideologica di tutti gli stati mediorientali incluso quello democratico dello stato di Israele, è un pericolo manifestamente gravissimo, letale per Israele stessa e per l'intera area medio orientale». Di qui la necessità di «superare la sovranità nazionale assoluta come causa di guerre e ipoteca contro lo sviluppo civile e democratico». Superamento che «è alla base del processo federalista europeo», nel quale sono oggi coinvolti venticinque stati democratici, una comunità di mezzo miliardo di persone. In Medio Oriente «questo non accade, è anzi spesso tradito, ignorato. In tal modo si realizza l'aberrazione di consolidare anziché rimuovere gli ostacoli al riconoscimento e all'esercizio dei diritti umani fondamentali». Il manifesto, che ha come precedente quello firmato nel 1981 contro la fame nel mondo da 120 Nobel, non usa mezzi termini. «È un vero scandalo intellettuale e antropologico che Ue e Israele, con la convergenza di Stati Uniti, non abbiano di già corretto questa situazione patologica: che la sola democrazia consolidata di un territorio, del quale occupa lo 0,2 per cento, si illuda e quindi scelga lo strumento della sovranità nazionale assoluta, sia portata a una logica di sopravvivenza necessariamente armata, militare, di perenne stato di eccezione».
Ma non parleranno soltanto di Medio Oriente, i partecipanti della tre giorni di Bruxelles, tra i quali figurano il vicepresidente della commissione Franco Frattini, il presidente dei libdem a Strasburgo Graham Watson, il ministro per le politiche comunitarie Emma Bonino. Si discuterà anche di Tibet, Vietnam, Cambogia, Thailandia, Birmania. Delle zone più calde dell'Asia. Il continente che vide all'opera le prime forme di Satyagraha, una su tutte la lotta nonviolenta praticata da Gandhi nella storica "marcia del sale" del 1930 contro l'imposta messa dall'impero britannico che finiva per colpire duramente i cittadini indiani più poveri.
notizieradicali, 5-XII-07.