Maria A.F. Coscioni: ´respetar la voluntad del enfermo´

Sia rispettata la volontà del malato

intervista a Maria Antonietta Farina Coscioni
di Laura Bosisio
su La Provincia del 19 gennaio 2008, pag. 5

Maria Antonietta Coscioni, vedova di Luca Coscioni, rappresentante del Partito Radicale morto nel febbraio 2006 per sclerosi laterale amiotrofica, ha visitato ieri Eluana, insieme al padre Beppino, in quella che afferma essere “la prigione di Eluana, da 16 anni a questa parte”.

Che sensazione ha avuto, incontrando Eluana?

“Sensazioni forti. La prima cosa che ho pensato è che sapevo di avere di fronte a me un corpo privo di coscienza. Allo stesso tempo ho fatto memoria di come era forte e viva la coscienza di Eluana, così come me l’hanno descritta il padre e la famiglia. Una coscienza che diceva di rifiutare questo stato di vita. Vogliamo continuare a sostenere Englaro come abbiamo affermato nel “Manifesto” per Eluana, sottoscritto dall’Associazione Coscioni e dalla Consulta nazionale di Bioetica”.

Volontà di Eluana: è per questa che il padre Beppino si batte.

Sì. Di volontà come la sua ne abbiamo conosciute tante. Era la stessa volontà di Luca, che mi aveva chiesto di non attaccarlo alla macchina. O la volontà di Piergiorgio Welby. Quello che vorrei sottolineare è che non ci siamo sostituiti a quella volontà: piuttosto abbiamo dato suono a quella voce”.

Che assonanze ci sono tra il caso di Eluana e quello di suo marito?

“In comune c’è il desiderio che sia rispettata la volontà del malato. In questo senso la recente sentenza della Corte di Cassazione ha rappresentato qualcosa di eccezionale: per la prima volta si dice che la volontà del malato deve essere presa in considerazione. Questa sentenza ha riaperto il caso di Eluana, rimandando il suo fascicolo in Corte di Appello, dopo otto dinieghi pronunciati dai giudici”.

Anche suo marito aveva espresso una chiara volontà, come Eluana.

“Luca non voleva che i medici lo attaccassero a una macchina. Anche per lui non aveva senso una vita così vissuta. Si batteva piuttosto per la ricerca scientifica, in particolare sulle cellule staminali degli embrioni: una opportunità che potrebbe dare una svolta a malattie come l’Alzheimer, il Parkinson, la stessa Sla. Anche Eluana, come Luca, non voleva dipendere da una macchina, vivere in stato vegetativo. La volontà della persona deve prevalere su quella dei medici. La risposta per vite come quella di Eluana, Luca e Piergiorgio, è che la legge italiana preveda il testamento biologico”.

A che punto è la legge sul testamento biologico?

“E’ tutto fermo. C’è una frangia di “teo-dem” che si oppone a questa legge, che ostacola il lavoro sul testamento biologico. Il fatto è che queste frange estremiste affrontano la questione sul piano ideologico: non tengono conto, appunto, della volontà del malato”.

notizieradicali, 21-I-08


"Libertà per Eluana, prigioniera da sedici anni"

QN

di Enrico Camanzi

Un'intera giornata per condividere un'agonia lunga 16 anni. Ieri nella città manzoniana un convegno e una fiaccolata per le vie hanno riacceso i riflettori sul caso di Eluana Englaro. La giovane fu strappata alla famiglia il 18 gennaio del '92, a 19 anni, quando venne ricoverata in coma profondo dopo un incidente avvvenuto alle porte di Lecco, sulla ex statale 36.Da quel giorno Eluana è nutrita e idratata a forza con un sondino nasogastrico. Per anni la famiglia Englaro, con il tenace papà Beppino, ha combattuto una lotta solitaria per rivendicare il diritto alla libertà di scelta nell'interruzione dell'alimentazione alla figlia.Una battaglia che trae ragione dalle parole pronunciate, in vita, proprio da Eluana.La giovane, di fronte al caso di un amico in coma dopo un incidente e a quello

analogo dello sciatore Leonardo David, confessò a genitori e amici che se si fosse trovata in una situazione simile avrebbe chiesto di essere lasciata morire. Per sei volte dal '99 papà Beppino si è sentito dare risposta negativa alla sua richiesta dai giudici dei tribunali di Lecco, Milano e dalla Cassazione. Nel novembre dell'anno scorso la svolta. La Suprema Corte ha deciso di rimandare il fascicolo sulla giovane in Corte d'Appello.

In questi ultimi anni l'associazione Luca Coscioni e i Radicali hanno fatto del caso della giovane una bandiera. Nel dicembre del 2007 è nato il "Manifesto per Eluana" che finora ha raccolto 236 firme. Ieri, a Lecco, è andata in scena la seconda "Giornata per la libertà di Eluana", con l'annuale convegno della Consulta di Bioetica di Milano sul caso, tenutosi per la prima volta nella città sul lago, e la seconda fiaccolata "Una rosa per Eluana", che ha riunito a sfilare per la città un centinaio di persone dietro lo striscione "1992 ... Libertà per Eluana".

Il corteo è terminato davanti alla Clinica Ripamonti dove la ragazza vive. Ad attendere i manifestanti c'era papà Beppino, che ha ricevuto un mazzo di 16 rose rosse, a ricodare gli anni passati dall'incidente. E' stata letta la poesia "Perchè morire?" del marinaio e poeta tetraplegico spagnolo Ramon Sampedro, morto nel '98 a 55 anni, che nel 2004 ispirò il film "Mare dentro" di Alejandro Amenabar. Il padre di Eluana ha spiegato che "la nostra è sempre stata una lotta limpida, condotta all'interno della società. Abbiamo vissuto in una situazione estrema, ma la richiesta di libertà di scelta riguarda tutti".

Prima del convegno, Mina Welby, vedova di Piergiorgio, che ha partecipato a lavori e fiaccolata, ha dibattuto con il prevosto lecchese don Franco Cecchin, il quale ha sostenuto che "se i medici mi garantissero che quello di Eluana è accanimento terapeutico non avrei problemi a dire che bisogna interrompere l'alimentazione forzata". Mina Welby ha replicato: "Le leggi devono essere fatte per tutti e non solo per i cattolici".

Pur essendo convinta che "la morte di Piergiorgio sia servita a risvegliare la discussione sul testamento biologico", la donna si dice avvilita perché "la politica di passi avanti ne ha fatti ben pochi". Ed è proprio per colmare questo ritardo che la vedova Welby auspica che "il Parlamento approvi trasversalmente al più presto una buona legge".

Nel pomeriggio Maria Antonietta Coscioni, vedova di Luca, ha visitato Eluana. "E' stato un incontro molto emozionante e di forte impatto. Quando sono entrata nella stanza - ha detto - ho sentito enormi barriere. Sono rimasta colpita dal movimento impercettibile degli occhi che mi ha fatto capire che Eluana oggi non si riconoscerebbe nell suo corpo".

La politica, infine. I relatori del convegno hanno sottolineato più volte il silenzio del Parlamento. Tutti hanno espresso la convinzione che sia necessaria un'accelerata sulla legge per il testamento biologico, attualmente ferma e per la quale sono sul tavolo undici proposte diverse. "Se arrivasse il via libera del Parlamento - hanno detto - il caso di Eluana e tutti quelli simili si risolverebbero facilmente".

 

notizieradicali, 23-I-08