È in vendita nelle migliori librerie il tredicesimo numero di Diritto e Libertà, la rivista di politica transnazionale e di iniziativa radicale
Prestigiose personalità del mondo della politica e della cultura analizzano per “Diritto e Libertà” il grande tema dell’evoluzione politica dell’Europa dallo slancio federalista di Altiero Spinelli fino al nuovo Trattato di Lisbona appena firmato; della necessità dell’ingresso della Turchia e di Israele nell’Unione europea, e dello Stato di Israele nella Nato, come fattore strutturale di pace in Medio Oriente e dunque nel mondo. Il direttore di “Diritto e Libertà”, Mariano Giustino, nella sua presentazione di questo numero così scrive:
«Se vuoi la Pace, prepara la guerra…». Per quanti decenni ci siamo sentiti ripetere questo monumento al presunto realismo? Per altrettanti decenni vi è stato chi ha contrapposto un «se vuoi la pace, prepara la pace», tutto interno ai blocchi e alla loro logica, al «meglio rossi che morti…». Altrove, i nonviolenti, e solo noi nonviolenti, con il nostro preparare la pace per davvero. Sì, chi vuole la pace deve preparare la pace. Questo numero di Diritto e Libertà ruota – a partire dalla sua copertina – attorno a una proposta politica (e insieme la formula) più articolata e forse capace di sortire effetti politici di portata storica. Oggi la pace impone, nella regione europea e mediterranea, che la Turchia entri nell’Unione europea, e che Israele entri nella ue nonché nell’alleanza della nato. Che Turchia e Israele vogliano entrare quali membri della ue è indubbio, noto ed esplicito, nonché confermato da numerosi credibili sondaggi. Che la nato e l’Unione europea intanto debbano cogliere questa opportunità non è però ancora abbastanza chiaro. Ha ragione Abraham Yehoshua nella pur breve intervista che ci ha concesso: l’ingresso di Israele, e di una Palestina adeguata agli standard europei, è volontà e desiderio di vaste maggioranze delle popolazioni. Ma l’Europa, se esiste, e la nato, devono porre l’ingresso nella Unione europea e nella nato quale premio per Israele e una Palestina adeguata. Ed ha ragione dunque Emma Bonino, che sostiene che l’adesione all’Unione europea debba essere ancorata al raggiungimento di accordi di pace tra Israele e le altri parti in causa. Deve, la politica, sapere giocare le carte forti della democrazia e della sua capacità di assicurare sviluppo condizionate alla cessazione dei conflitti e alla rimozione dei fattori che li hanno provocati e li fomentano. Si vis pacem, para pacem. L’Europa può farlo, se vuole; la nato può farlo, se vuole. Forse più la nato che l’Unione europea, visto il tasso di antisemitismo diffuso anche nei ceti dirigenti europei. Il Satyagraha mondiale per la pace, la democrazia e la libertà, promosso per il 2008 dal Partito radicale nonviolento, intende creare le condizioni di una strutturale riforma democratica e federalista nel Medio Oriente e ovunque nel mondo. La grande lezione spinelliana del «Manifesto di Ventotene» e quella consegnata da Kant alle memorabili pagine della sua opera «Per la pace perpetua» segnalano la necessità di superare i limiti dello Stato nazionale e di pervenire ad un assetto federalista che, solo, può garantire la risoluzione democratica dei conflitti col ripudio della forza e della violenza; e crescita democratica e progresso, e dunque pace. Ciò vale anche per Israele, la cui adesione all’Unione europea è un fatto assolutamente necessario per evitare il rischio di un terribile conflitto, che potrebbe estendersi a livello mondiale come anche la tragedia dell’assassinio di Benazir Bhutto, come la situazione esplosiva in cui versa il Pakistan sembrano minacciosamente indicare al mondo. L’iniziativa nonviolenta democratica e federalista del Satyagraha dovrebbe inoltre, a nostro avviso, condizionare in senso positivo l’esito del negoziato di adesione della Turchia, che appare incerto ed irto di ostacoli, perché l’Europa si arricchisca di energie democratiche nuove e preziose per il dialogo col mondo islamico e per la pace. Con questo numero Diritto e Libertà intende praticare attivamente iniziativa politica più di quanto non lo abbia fatto in questi anni. Iniziativa e proposta. Le grandi sezioni antologiche che corredano questo numero articolano una storia e speranze che hanno sollecitato le menti di molti. Sono ancora assai utili, purché si sappia di queste fare tesoro sapendone leggere il legato con occhi aggiornati.
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notizieradicali, 22-I-08