´por Marco´ (Pannella)

PER MARCO (senza se e senza ma)

C’è un uomo che da più di cinquant’anni come vento di libertà spira sulle nostre coscienze, spronandoci all’impegno per realizzare ora e subito, coralmente, in compresenza, una società aperta fondata sulla dignità e sul rispetto del vivente. A quest’uomo tutti, indipendentemente dalle differenti convinzioni, devono molto, moltissimo, a cominciare dalle conquiste civili di un matrimonio basato sull’amore e non sulla coercizione, del concepimento inteso non come dramma ma come gioioso fiorire alla vita, del nuovo diritto di famiglia, della conquista del voto a diciotto anni, dell’obiezione di coscienza al servizio militare, della liberalizzazione dell’emittenza radiotelevisiva fino all’approvazione all’Onu della moratoria della pena di morte. Quest’uomo è parola ed è gandhianamente, capitinianamente, espressione di nonviolenza, satyagraha, forza della verità. Quest’uomo, che ormai più che settantenne, continua ad aggirarsi con l’impeto della gioventù e la ricchezza di chi nulla possiede all’infuori di un grande, immenso, patrimonio interiore è un incubo per coloro che confondono il potere con l’arroganza, per simoniaci, sepolcri imbiancati, tartufi ed è guardato, pertanto, con terrore. Lo si vuole rendere muto e straniero, ostracizzare come un Socrate del nostro tempo, costringerlo alla cicuta, esiliarlo dalla scena politica. Quest’uomo si chiama Marco Pannella. Noi che lo abbiamo conosciuto, apprezzandone le alti doti umane e politiche, ci ribelliamo apertamente ad ogni tipo di veto nei suoi confronti ritenendo indispensabile, anzi imprescindibile, se lo vorrà, la sua presenza nel Parlamento italiano.

Francesco Pullia, Rita Bernardini, Jolanda Casigliani, Guido Biancardi, Claudia Sterzi, Valter Vecellio, Michele Rana, Lorenzo Strik Lievers, Valerio Federico, Matteo Mecacci, Tommaso Ciacca

 

19-II-08, notizieradicali


Per Marco, la ragione di un appello
di Francesco Pullia 

Non credo ci sia bisogno di spiegare perché ho scritto, e sottoposto subito ad adesioni, un appello intitolato semplicemente “Per Marco (senza se e senza ma)”.

Non ho, purtroppo, il denaro sufficiente per pubblicarlo a pagamento su qualche quotidiano. Se avessi avuto la possibilità, avrei immediatamente provveduto a farlo e con tutto il cuore.

Il motivo è molto semplice.

Come radicale, come democratico, come nonviolento, come cittadino, sono indignato, amareggiato, avvilito, offeso per l’ostracismo manifestato reiteratamente, a sinistra come a destra, nei confronti di un uomo come Marco cui tutti, dico tutti, anche coloro che maggiormente lo avversano, devono (dobbiamo) moltissimo.

E’ inconcepibile, inammissibile, che una figura della sua levatura, ben più di un semplice uomo politico, debba essere bistrattato, estromesso, esiliato, condannato, come lo fu Socrate, alla cicuta. Non ci sto. Non posso accettarlo. Pertanto, essendo mattiniero, ho pensato di buon’ora  di elaborare un testo, sottoscrivibile, come testimonianza di profondo affetto e riconoscenza per tutto quello che è stato ed è capace di trasmettere e infondere.

Devo dire che non ho avuto la benché minima difficoltà. Le parole sono uscite di getto. Piaggeria? Agiografia? Nutrirei fondate riserve sulle condizioni mentali di chi arrivi a pensarlo. Credo, invece, che neanche all’interno del partito ci sia resi davvero conto dello spessore, della statura, di Marco, di un uomo che non possiede ricchezze all’infuori della sua intelligenza, della sua lungimiranza, della sua onestà, della sua saggia caparbietà.

Ha ragione Giorgio Galli ad affermare che Pannella è l’unico politico che non debba vergognarsi della propria storia (e, aggiungo, di quella del suo partito). Proprio per questo incute terrore in chi è abituato a mestare nel torbido, in chi confonde politica con arrivismo e malaffare. Il lindore, lo si sa, spesso, anzi sempre, abbaglia, ferisce chi ha confidenza con le tenebre. Vale per gli occhi come per le coscienze.

No, non possiamo accettare che Marco resti fuori dal Parlamento italiano per ignobili veti derivanti in larga parte, non dimentichiamocelo, da una irreligiosa, stucchevole, strabordante intromissione delle gerarchie vaticane. C’è bisogno di lui, della sua azione esemplare in Italia, in Europa, nel mondo.

P.S.  Mi è stato riferito che Marco Pannella non ama affatto essere elogiato. Bene. Mi assumo e mi addosso tutta la responsabilità di questa iniziativa.

 

19-II-08, notizieradicali