Agenda Coscioni
il numero di giugno
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Marco Perduca, membro di Direzione dell'Associazione, è nato a Firenze il 28 aprile 1967 e si è laureato in Letteratura Nordamericana nella sua città. Dal 2007 è co-vicepresidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento. Alle politiche del 2008 è eletto al Senato nelle liste del Pd. continua a leggere
Soccorso Civile
Sul manuale di autodifesa dal proibizionismo sulla salute, tutti gli ospedali italiani nei quali è in corso la sperimentazione della pillola RU486, e tutti i centri esteri in cui è possibile accedere all'aborto farmacologico.
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Dai Pacs ai Dico, dai Cus al nulla, due anni di mediazioni e giochi al ribasso hanno cancellato ogni ipotesi di riconoscimento di diritti per le unioni di fatto ed omosessuali. Con la seconda Conferenza dell'Amore civile siamo ripartiti da una proposta di riforma complessiva del diritto di famiglia, per la libertà di famiglie e convivenze, contro ogni discriminazione. In esclusiva sul numero di giugno di Agenda Coscioni, come pure liberamente scaricabili per voi lettori della newsletter, abbiamo pubblicato alcuni degli interventi più significativi della conferenza "Amore Civile", tenutasi a Roma lo scorso maggio.
In questi giorni siamo di nuovo al lavoro per il prossimo numero del mensile, dedicato in larga parte alla "mala-ricerca", cioè all'illegalità - ed ai conseguenti sprechi ed inefficienze - imperanti in uno di quei settori nei quali il nostro paese dovrebbe investire maggiormente. Agenda Coscioni è un giornale militante, frutto del contributo volontario di medici, malati, ricercatori, attivisti, cittadini come te. Perché un'informazione libera e senza veline, che parli per giunta di ricerca scientifica e diritti civili, in Italia, è per forza contro-informazione. Anche per questo ti chiediamo di attivarti, di inizare a "fare notizia" piuttosto che rimanere solo dalla parte dell'audience. Puoi aiutarci segnalandoci articoli, raccontandoci storie direttamente dal tuo laboratorio, dalla tua università, dal tuo ospedale. Oppure puoi sostenerci abbonandoti per un anno al nostro mensile con soli 20 euro.
C'è bisogno di amore civile
La conferenza "Amore civile", svoltasi a Roma dal 10 al 12 maggio scorso, è il secondo appuntamento di una riflessione e di un'azione partita un anno fa in contrapposizione al Family day, la manifestazione convocata a piazza San Giovanni dalle maggiori organizzazioni del cattolicesimo militante in opposizione al disegno di legge sui Dico. Allora, prendendo spunto da una letteratura ricchissima quanto poco conosciuta, tentammo di contrapporre alla parola d'ordine del "diritto naturale", con cui si tenta di fondare la difesa di un modello tramontato di famiglia fondato sulla riproduzione, la parola "amore civile", come paradigma alternativo per leggere le trasformazioni dei legami affettivi. Continua a leggere l'editoriale di Diego Galli.
Berlusconi, il governo, i cattolici
Ha cominciato Giuliano Ferrara a denunciare l'assenza di politici dichiaratamente cattolici nel nuovo Governo Berlusconi e al Foglio si è subito affiancata Famiglia Cristiana, il settimanale che se non può vantare l'ufficialità dell'Avvenire è tuttavia di gran lunga l'organo di stampa cattolico di maggiore diffusione non solo nelle parrocchie ma anche nelle edicole. È singolare, in effetti, il contrasto tra il pullulare di ministri cattolici (nelle diverse versioni di cattolici adulti, cattolici moderati o cattolici integralisti) nel precedente Governo Prodi e nella maggioranza di centro-sinistra e l'assenza di ministri ufficialmente legati alle Gerarchie nel Governo attuale. Si direbbe - a sentire queste lamentele - che ci sia da parte cattolica e da parte teocon il timore che il nuovo Governo di centrodestra possa rivelarsi assai meno cedevole sulle grandi questioni sulle quali la Chiesa cattolica esercita la sua pressione nei confronti dello Stato di quanto si potesse immaginare.
Continua a leggere l'editoriale di Gianfranco Spadaccia.
La sanità esce di prigione.
Ma la riforma è incompleta
Il decreto legislativo n. 230 del 1999 prevedeva il trasferimento di competenze, assistenza e risorse della medicina penitenziaria dal Ministero della Giustizia al Ministero della Sanità. Il passaggio sarebbe dovuto avvenire, gradualmente ma irreversibilmente, tramite forme progressive di inserimento, all'interno del Servizio Sanitario Nazionale, di personale e di strutture dell'Amministrazione penitenziaria e tramite la sperimentazione in tre regioni di un trasferimento integrale della medicina penitenziaria. Continua a leggere l'articolo di Luigi Manconi.
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