Castigar y poner cara feroz con las prostitutas de calle no es la solución para resolver el fenómeno de la prostitución. Es necesario intervenir proveyendo normas que integren en el tejido social y laboral a quien escoge prostituirse como trabajo. Así está previsto en un proyecto de ley presentado con el senador radical Marco Perduca (1), basado en le experiencia de años en otros Estados europeos, con resultados concretos contra la atroz criminalidad que en nuestro país goza (y continuará gozando, según el decreto del Gobierno) de impunidad de facto.
La solución del Gobierno es típica de quien quiere esconder la basura bajo la alfombra. La prostituta/basura -no interesa si lo es por opción propia o por esclavitud- si está recluida en casa no crea problemas, poco importan sus condiciones higiénico-sanitarias, sus derechos y su tutela, basta con no verla.
Poretti Perduca
La mancanza di regolamentazione giuridica e fiscale equivale anche a nessuna tutela previdenziale e lavorativa, anche per chi esercitera' questo mestiere in una casa di propria proprieta'. Mentre non si capisce perché affittare una casa a chi si prostituisce per mestiere, debba comportare il rischio di favoreggiamento. La pezza sembra proprio non sia meglio del buco!
Quando il ddl del Governo arriverà in Parlamento darò battaglia in questo senso, proponendo soluzioni adeguate e di respiro europeo. Solo una regolamentazione potra' separare la prostituzione coatta e minorile da quella volontaria, fornendo tutele e diritti e garantendo un efficace contrasto a quella criminalita' nazionale e internazionale che sullo sfruttamento e riduzione in schiavitu' di chi si prostuisce, realizza oggi floridi guadagni.
(1) http://blog.donatellaporetti.it/?p=86
9-IX-08, notizieradicali
Roma, 11 settembre 2008
• Intervento della senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale-Partito Democratico
Fa effetto sentire il ministro della Pari Opportunita', Mara Carfagna, che, nel presentare il ddl approvato dal Governo per contrastare la prostituzione, dice "Mi fa orrore, non comprendo chi vende il proprio corpo...". Fa effetto perche' proviene da una persona che e' stata nel mondo dello spettacolo (e non mi sembra abbia fatto opera di pentimento), dove il proprio corpo viene venduto come base dell'offerta. Non si tratta certamente di una vendita per rapporti sessuali, ma che questa vendita poi possa ispirare sessualita'... negarlo e' bendarsi gli occhi, ipocrisia. La medesima che ammanta tutto il disegno di legge, dove l'operazione base e' nascondere la spazzatura sotto il tappeto.
Le prostitute vengono lasciate a se stesse, colpendo solo il mercato che si manifesta agli occhi dei benpensanti di passaggio. Benpensanti che come il presidente della commissione giustizia del Senato, Filippo Berselli, non negano di essere stati svezzati al sesso dal rapporto meretricio (chissa' se per strada o in una casa chiusa...).
E' l'Italia dei quaquaraqua che si ritrova in questo disegno di legge, con le solite vittime, cioe' i piu' deboli, quelli che non devono esistere per la legge e se esistono per l'umaninta', e' bene che vivano nella penombra, senza diritti da affermare e rivendicare, senza protezione che non l'istinto di sopravvivenza, istinti contro il quale il potere, se violi la legge e sei ancora piu' debole, cioe' extracomunitaria, ti rispedisce nell'inferno da cui sei scappata invece che aiutarti a inserirti civilmente nella nostra societa'.
Povera ministra Carfagna, che ho avuto occasione di difendere e apprezzare in altre situazioni (1), e' proprio finita nelle mani dei papponi dei tempi delle case chiuse.
Per la prostituzione, invece, occorre intervenire prevedendo regole che integrino nel tessuto sociale e lavorativo chi sceglie di prostituirsi per mestiere. Cosi' l'ho gia' previsto in un disegno di legge presentato col sen. Marco Perduca (2), rifacendomi a quanto accade da anni in altri Paesi europei, con risultati concreti contro quelle criminalità efferate che nel nostro Paese godono (e continueranno a godere, secondo il Ddl del Governo) di impunità di fatto. La mancanza di regolamentazione giuridica e fiscale delle prostitute, equivale a nessuna tutela previdenziale e lavorativa, anche per chi esercitera' questo mestiere in una casa di propria proprieta'. Mentre non si capisce perché affittare una casa a chi si prostituisce per mestiere, proprio perche' il disegno di legge del Governo incentiva la prostituzione al chiuso, debba comportare il rischio di favoreggiamento. L'ipocrisia fa da padrona in tutti gli ambiti di questo ddl.
Comunque, ci rivedremo in Parlamento, dove il mio impegno legalizzatorio e umanitario e' garantito.