´La verdadera historia del Partido Radical´, Pier Paolo Segneri
Hay historias que quedan desconocidas. Y además, también está la historia de un desconocido. Sin embargo se trata de un ´alguien´ que forma parte de la vida de todos nosotros, y la forma más allá de la opción política, de la fe o de las convicciones personales. Se trata de un desconocido que permanece tal a los ojos y oídos de la mayoría, pero que la mayoría ve y oye igualmente. A pesar de todo. Y está aún vivo. Es el Radical.
La historia de los radicali confina con la antropología. Es como algo que tenemos siempre en casa: está allí desde hace tantos años, bajo nuestra nariz, sobre nuestra piel, en nuestra vivencia. Pero no lo conocemos. Es como la torre Eiffel para los parisinos: aunque si no la admiran, aunque si a menudo pasan por allí sin siquiera mirarla, aunque si no la han visitado nunca, saben que está allí. Pertenece a todos. Es un verdadera pieza de verdadera historia, que tantos han narrado, pero que ninguno conoce. Ninguno. Como si fuera el protagonista de la Odisea. Pero sin querer mitificar a nadie. Por favor. La de los radicali es una historia que ya no conseguimos ver, talmente ha devenido a este punto parte de nosotros mismos. El Gigante tiene los pies de barro y el Poder que tiene fin en sí mismo no siempre consigue siempre amagarlo, aunque intenta eliminarlo de la memoria del país y, por ende, del presente. Nadie es el Ulises de Homero. Nadie es el Hombre, con su sabiduría, inteligencia y fuerza. Nadie es Marco Pannella. Y Pannella es Nadie. Sin voluntad alguna de hacer de él un mito, todo lo contrario. Nadie es diverso porque es una persona común. Es un hombre, tan sólo un hombre. Justo lo contrario del mito. Marco Pannella. De los radicali se conocen sólo los clichés y los estereotipos con los que vienen descritos y son casi siempre representaciones falsas o falseadas.
Emma Bonino lo sabe bien.
Tal vez no todos saben que Emma y los radicali no están por el aborto, como se tiende erróneamente a simplificar, y sin embargo muchísimos están convencidos de que sí. Pier Paolo Pasolini y Pannella hablaron largamente de este tema antes de la desaparición del escritor friulano. Basta con releerse Lettere luterane y lo que decían en 1974 o 75. Toda la política de Marco está basada sobre la prevención, sobre la información, sobre el conocimiento. Contra el aborto. Las luchas radicali, de hecho, han sido siempre impostadas de manera de poder acabar con la plaga de los abortos clandestinos y de masa, acabar con las ´cucharas de oro´ y otras formas abortivas ilegales y dañinas.
Los radicali se han batido siempre por acabar con tal flagelo apoyando las campañas de prevención, a favor de la píldora, de los profilácticos y de los anticonceptivos. No por el aborto, sino por la asistencia médica. Que es muy otra cosa, muy otro discurso.
El mismo razonamiento vale para las drogas. Los radicali no están por la droga. Es una distorsión buscada por el poder no-democrático italiano. Somos antiprohibicionistas, esto es, opinamos que la vía hasta ahora adoptada para acabar con esta plaga ha sido una opción fallida. Emma Bonino repite siempre que es necesario «reglamentar y legalizar» para poder derrotar al fenómeno, desarmar a los camellos, substraer a la criminalidad organizada y a las mafias este enorme negocio, que sirve además también para financiar el terrorismo internacional y el tráfico de armas. En Italia, hoy, la droga circula libremente. No se trata, por tanto, de liberalizar, sino de legalizar, o sea de poner bajo el control del Estado un fenómeno que está liberalizado y fuera de control.
Convendrá contarla, un día, la historia del Partito Radicale. Este desconocido.
Pier Paolo Segneri, Europa, 12 marzo 2010, notizieradicali
LA VERA STORIA DEL PARTITO RADICALE
• da Europa del 12 marzo 2010
di Pier Paolo Segneri
Ci sono storie che restano sconosciute. Poi, c´è anche la storia di uno sconosciuto. Eppure si tratta di un "qualcuno" che è dentro la vita di tutti noi, fa parte della storia di tutti, al di là dell´appartenenza politica, della fede o delle convinzioni personali. Si tratta di uno sconosciuto rimasto tale agli occhi e alle orecchie dei più, ma che i più vedono e sentono lo stesso. Malgrado tutto. Ed è ancora vivo. È il Radicale.
La storia dei radicali sconfina nell´antropologia. È come qualcosa che abbiamo da sempre dentro casa: è li da anni, sotto il nostro naso, sulla nostra pelle, nel nostro vissuto. Ma non la conosciamo. È proprio come il Colosseo per i romani: anche se non ci badano, anche se spesso passano di lì senza più guardarlo, anche se non l´hanno mai visitato, sanno che c´è. Appartiene a tutti. È un pezzo vero di storia vera, che in tanti hanno narrato, ma che nessuno conosce. Nessuno. Inteso come il protagonista dell´Odissea. Ma senza voler mitizzare alcunché. Per carità. Quella dei radicali è una storia che non riusciamo più a vedere talmente è diventata
ormai parte dì noi. Il Gigante ha i piedi d´argilla e il Potere fine a se stesso non riesce sempre a oscurarla, anche se tenta di eliminarla dalla memoria del paese e, quindi, dal presente. Nessuno è l´Ulisse di Omero. Nessuno è l´Uomo, con la sua saggezza, intelligenza e forza. Nessuno è Marco Pannella. E Pannella è Nessuno. Senza alcuna volontà di farne un mito, anzi. Nessuno è un diverso perché è una persona comune. È un uomo, soltanto un uomo. Tutto il contrario del mito. Marco Pannella. Dei radicali si conoscono solo i cliché e gli stereotipi con cui vengono descritti e sono quasi sempre rappresentazioni false o falsate.
Emma Bonino lo sa bene.
Forse non tutti sanno che Emma e i radicali non sono per l´aborto, come si tende erroneamente a semplificare, eppure moltissimi sono convinti di sì. Pier Paolo Pasolini e Pannella parlarono a lungo di questo argomento prima della scomparsa dello scrittore friulano. È sufficiente andare a rileggersi Lettere luterane e quel che si dicevano nel 1974 o nel ´75. Tutta la politica di Marco è basata sulla prevenzione, sull´informazione, sulla conoscenza. Contro l´aborto. Le lotte radicali, infatti, sono sempre state impostate in modo da poter sconfiggere la piaga degli aborti clandestini e di massa, dei cucchiai d´oro e delle mammane, dell´aborto per raschiamento o con i ferri da calza.
I radicali si sono sempre battuti per sconfiggere un tale flagello sostenendo le campagne di prevenzione, a favore della pillola, dei profilattici e degli anticoncezionali. Non per l´aborto, quindi, casomai per l´assistenza medica. Che è tutta un´altra cosa, tutto un altro discorso.
Lo stesso ragionamento vale per le droghe. I radicali non sono per la droga. È una distorsione voluta dal potere non-democratico italiano. Siamo antiproibizionisti, cioè riteniamo che la strada finora adottata per sconfiggere una tale piaga sia stata una scelta fallimentare. Emma Bonino ripete sempre che bisogna «regolamentare e legalizzare» per poter battere il fenomeno, disarmare gli spacciatori, sottrarre alla criminalità organizzata e alle mafie questo enorme business, che serve poi anche per finanziare il terrorismo internazionale e il traffico di armi. In Italia, oggi, la droga circola liberamente. Non si tratta infatti di liberalizzare, ma di legalizzare, cioè di porre sotto il controllo dello stato un fenomeno che è liberalizzato
e fuori controllo.
Bisognerà raccontarla, un giorno, la storia del Partito radicale. Questo sconosciuto.