si chiamava Libia

Tra le principali minacce esterne alla tregua in Siria c'è la posizione della Turchia, il cui presidente Erdogan è pronto a un intervento militare diretto per fermare la triplice avanzata di al-Asad, curdi e profughi. L’Arabia Saudita è interessata ma vorrebbe il beneplacito degli Usa. Ne scrive Daniele Santoro in questo articolo in esclusiva su Limesonline.

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In attesa dell'eventuale invasione turca della Siria, un'altra operazione militare è già in atto e potrebbe presto espandersi: quella di vari paesi occidentali in Libia. In settimana sono trapelate informazioni sull'accordo Italia-Usa per far partire droni armati statunitensi da Sigonella e sulla presenza di truppe speciali francesi (e non solo) sulla Quarta Sponda. Il bersaglio ufficiale di tutti è lo Stato Islamico, ma le molte variabili - tra cui quella energetica - del caos libico, che abbiamo cartografato qui, inducono a un certo scetticismo nei confronti di una nuova campagna.

Ne ha scritto di recente su Limesonline il Generale Giuseppe Cucchi. Un altro militare, l'Ammiraglio Mario Rino Me, ha espresso una posizione diversa, "eterodossa" per i nostri standard, ma che vi invitiamo a leggere per capire le ragioni a favore dell'intervento.

Non vogliamo rubarvi altro tempo: chiudiamo ricordandovi l'appuntamento di settimana prossima a Genova, per il Terzo Festival di Limes (qui il programma aggiornato): dal 4 al 6 marzo, tre giorni di incontri e una mostra cartografica delle mappe di Laura Canali. Il tema: siamo vicini alla Terza Guerra Mondiale?

Grazie dell'attenzione, ci vediamo presto su Limesonline e poi a Palazzo Ducale.
Buona serata,
Niccolò Locatelli - Limes