la doble vida de los sacerdotes homosexuales en Roma

La diócesis de Roma expresó ayer su "dolor y turbación" por un reportaje de la revista Panorama sobre la vida sexual de los curas gais, así como su disposición a perseguir "con rigor todo comportamiento indigno de la vida sacerdotal". La revista, propiedad del grupo Mondadori (controlado por Silvio Berlusconi), hace un seguimiento con cámara oculta por bares romanos de ambiente e incluso en los domicilios de los sacerdotes. Preguntado por el caso, el Vaticano se remitió al comunicado emitido por la diócesis de Roma. 24-VII-10, afp, lavanguardia

Le notti brave dei preti gay: una grande inchiesta in edicola con Panorama :

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Un’inchiesta con telecamera nascosta, seguita da verifiche minuziose e da controlli accurati. Per venti giorni Carmelo Abbate, giornalista di Panorama, affiancato da un «complice» gay, si è infiltrato nelle serate brave di alcuni preti che, a Roma, conducono una sorprendente doppia vita: di giorno sono sacerdoti in abito talare; di notte, smessa la tonaca, sono uomini perfettamente integrati negli ambienti omosessuali della capitale. Quella che ne è uscita è un’inchiesta sul campo che ha permesso di scoprire una realtà inedita e per certi versi sconvolgente: sacerdoti che partecipano a feste notturne con escort uomini; che hanno rapporti omosessuali con partner casuali; che frequentano chat e ritrovi gay.

Panorama ha individuato numerosi casi e ne ha raccontati tre in particolare: quello di Paul, quello di Carlo e quello di Luca (i nomi sono inventati per proteggere l’identità dei sacerdoti).

Il primo, un francese sui 35 anni, ha incontrato il cronista di Panorama venerdì 2 luglio, in una festa gay in un locale del quartiere di Testaccio. Nella serata, cui partecipavano – retribuiti - due escort uomini che hanno ballato seminudi con il prete e con altri ospiti (praticando poi sesso gay con alcuni di loro), era presente anche Carlo, il secondo prete, che ha un’età tra i 45 e i 50 anni. La notte termina a casa di Paul, dove il complice gay del cronista di Panorama prima chiede al prete di indossare l’abito talare e poi ha un rapporto sessuale con lui, ripreso dalla telecamera nascosta.

Panorama ha verificato che Paul è effettivamente un prete. Con Carlo, invece, l’incontro si è svolto in un ristorante del centro di Roma, abitualmente frequentato da gay. Carlo ha indicato una coppia di uomini a un altro tavolo, sostenendo che uno dei due fosse un prete e che fossero «fidanzati». A suo dire, il locale è abitualmente frequentato da tanti prelati gay.

Carlo ha sostenuto anche che almeno il 98 per cento dei preti che conosce è omosessuale, ma ha aggiunto che nella Chiesa di oggi c’è una parte «intransigente» che si sforza di non guardare la realtà, e un’altra parte più «evangelica», che invece riconosce e accetta il fenomeno dei preti omosessuali. Al termine del pranzo, Carlo ha portato il complice di Panorama nel suo appartamento, che è collegato a una grande struttura ecclesiastica, e ha avuto con lui un rapporto sessuale, anche questo ripreso dalla telecamera nascosta.

Il cronista di Panorama ha anche filmato Carlo mentre celebrava la messa in una chiesa non lontana dal suo appartamento. Sulla versione online di “Panorama” e sull’iPad saranno disponibili, dal 23 luglio, tutti i filmati a corredo dell’inchiesta.

Gli articoli sulla stampa internazionale: Daily Mail - New York Daily News - Us Catholic.org - The Examiner - London Evening Standard - Blooomberg

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Il Vicariato di Roma: i preti gay escano allo scoperto :

Padre Paul con il complice gay di Panorama: un frame del video

Si moltiplicano in queste ore le reazioni all’inchiesta di Panorama sui preti omosessuali, i cui video ci sono stati richiesti anche dalle più importanti emittenti televisive internazionali.  Ieri un’anonima fonte vaticana aveva bollato frettolosamente  come “semplice scandalismo” le rivelazioni del newsmagazine della Mondadori. Oggi, in base alle nostre risultanze, sarebbe in corso un’indagine della Curia per verificare, accanto alla veridicità dell’inchiesta,  chi siano i preti omosessuali di cui ha scritto l’inchiesta.  Una posizione  più netta  è stata invece assunta oggi dal vicariato di Roma, in una nota, che  ribadisce - oltre alla condanna dello scoop che vuole “creare scandalo e diffamare tutti i sacerdoti” - quella che è la dottrina della Chiesa sul rapporto tra omosessualità e voti.  Se ci sono sacerdoti gay, scrive il Vicariato, ”coerenza vorrebbe che venissero allo scoperto”, perché ”nessuno li costringe a rimanere preti, sfruttandone solo i benefici”. 

MANCUSO: LA MIA STORIA CON UN MONSIGNORE
Ma le reazioni non mancano anche da parte di autorevoli esponenti della comunità gay. Aurelio Mancuso, leader storico della comunità lgbt italiana, rivela stamane per esempio di aver avuto anche lui un rapporto omosessuale con alcuni sacerdoti tra cui anche un alto prelato. Insomma: non si tratterebbe di pochi casi isolati. ”E’ accaduto una quindicina di anni fa, era un monsignore”, rivela. ”E del resto nella comunità si sa da sempre, - continua  l’ex presidente di Arcigay - è molto consueto che sacerdoti frequentino i luoghi di ritrovo degli omosessuali, come saune, bar, discoteche. Posti dove comunque non si va solo per fare sesso, ma anche per conoscere persone. E per entrare magari hanno fatto la tessera di  Arcigay”. Aggiunge Mancuso: ”Ce ne sono stati anche altri, e a volte ho scoperto solo dopo che erano sacerdoti”. Per Franco Grillini, storica voce del movimento gay, il servizio di Panorama sulle ”notti brave dei preti gay” dimostra invece che ”la sessualità umana, sia esso etero o gay, non è sopprimibile e il celibato dei preti semplicemente non esiste”.

IL CATECHISMO E LA SVOLTA DI RATZINGER
Per la Chiesa la questione è infatti più che delicata. Perché attiene a un principio eccelsiastico, ribadito solennemente nel 2005, per volere di papa Ratzinger:  un omosessuale non può entrare in seminario o in un ordine religioso. E’ di quell’anno, infatti, una apposita Istruzione elaborata dalla Congregazione per l’Educazione cattolica, rivista, corretta e resa ancor più rigorosa tre anni dopo, che equipara, nella sostanza, chi ha rapporti omosessuali con chi manifesti anche solo delle ”tendenze”. Inclinazioni che la Congregazione ha esortato a verificare fin dalla richiesta di iscrizione al seminario con l’aiuto di psicologi e psichiatri.


CATECHISMO ANTIGAY

Il catechismo della Chiesa cattolica distingue tra ”atti omosessuali”, che nelle Sacre Scritture sono considerati ”peccati gravi”, e che la tradizione ritiene ”intrinsecamente immorali e contrari alla legge naturale”, e le sole ”tendenze omosessuali”, definite ”oggettivamente disordinate”. Essere gay, spiegò presentando il documento del 2008 il cardinale Grocholewski, ”è una deviazione, un’irregolarità, una ferita per chi deve esercitare il sacerdozio, che consiste anche nell’essere un padre spirituale e nel sapersi relazionare agli altri”. ”Nessuna discriminazione”, tuttavia, precisava  il documento del 2005. I gay vanno accolti dalla Chiesa ”con rispetto e delicatezza, evitando ogni ingiusto marchio”. Ma non nei seminari: se lo psicologo dovesse verificare che le tendenze ”non possono essere curate”, anche chi vi è già entrato ”deve essere dimesso”.

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