decálogo radical sobre recursos hídricos

Conferenza nazionale sul clima: i Radicali presentano il decalogo sulle acque
Mellano e Boni: “da quasi 10 anni proponiamo politiche di riforma sulla gestione idrica, a cominciare dal comparto agricolo che consuma/utilizza il 65% dell’acqua italiana”In occasione della Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici, che si tiene a Roma il 12 e 13 settembre, vi sono già numerosi esperti delle più importanti organizzazioni scientifiche che rimarcano come il problema dell’acqua sarà il vero problema del prossimo futuro. A fronte di una previsione di diminuzione di risorse di circa il 25%, continua ad essere elevatissima la domanda, a cominciare dal comparto agricolo che consuma il 65% della risorsa nazionale e l’80% delle acque del nord del Paese.I Radicali, da quasi dieci impegnati nella promozione di nuove politiche di gestione dell’acqua, propongono “Il decalogo sul risparmio idrico”

10 settembre 2007

 

• Dichiarazione di Bruno Mellano, Deputato radicale della Rosa nel Pugno e Igor Boni, Presidente dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta

 

“Non è più il tempo della denuncia, è il tempo dell’azione. Il 2007 certamente, anche in Italia, è stato l’anno in cui anche sul tema ‘acque’ vi è stata una presa di coscienza. Ma non basta. La politica, il Governo, il Parlamento, hanno il dovere di proporre politiche innovative, riformatrici, che vadano nell’unico senso possibile: quello del risparmio, della riconversione di sistemi irrigui non più sostenibili, dell’ottimizzazione dell’utilizzo. Ciascun cittadino è ormai consapevole della necessità del risparmio nelle attività di tutti i giorni, nelle nostre case. Pochi sanno che è l’agricoltura con l’irrigazione che consuma gran parte delle risorse idriche nazionali. Con il “Decalogo sul risparmio idrico” che oggi presentiamo e proponiamo, si può partire - in concreto - con una reale riconversione culturale, oltre che colturale. I 10 punti fanno riferimento soprattutto al comparto agricolo proprio perché è l’agricoltura che può contribuire maggiormente al risparmio, attuando i provvedimenti che in larga parte sono già patrimonio di Paesi che da sempre convivono con la carenza d’acqua”

 

 

“Il decalogo sul risparmio idrico”

 

1.      Risparmio idrico in agricoltura con l’introduzione di sistemi di irrigazione innovativi che vengono da decenni utilizzati: irrigazione a goccia ovunque possibile, irrigazione cosiddetta “a pivot” o a pioggia in sostituzione della pratica dello “scorrimento superficiale” enormemente più dispendiosa.

 

2.      Promozione di una politica agraria di parziale conversione colturale, che inviti gli agricoltori ad utilizzare le colture a maggior “impatto idrico” come riso e mais solo sui terreni più adatti (quelli che, avendo una buona capacità di immagazzinamento idrico, consentono adeguate produzioni senza l’immissione di enormi quantitativi d’acqua). In generale è necessario riconquistare quel collegamento tra potenzialità dei suoli e scelta colturale eliminato in gran parte dalla PAC.

 

3.      Conversione graduale della coltivazione del riso in sommersione verso il riso ‘in asciutta’ o con ‘semina in asciutta’ che, almeno con alcune varietà, ha dimostrato di essere altrettanto produttivo di quello coltivato con la pratica tradizionale a sommersione. Il solo riso piemontese e lombardo consumano/utilizzano circa 8-10 miliardi di metri cubi d’acqua.

 

4.      Approvazione e applicazione di un “Manuale di buona pratica irrigua” con valenza nazionale e, regione per regione, forti delle conoscenze territoriali acquisite di un  “Manuale di buona pratica irrigua” con valenza regionale che serva da riferimento agli agricoltori.

 

5.      Revisione delle concessioni di prelievo che oggi, per fare l’esempio eclatante del Bacino del Po, sono maggiori in totale rispetto al deflusso complessivo annuale.

 

6.      Controllo sui prelievi relativi alle acque superficiali per evitare - come accade attualmente – che non sia garantito il “Minimo deflusso vitale” nei corsi d’acqua all’uscita delle valli, come previsto dal D.Lgs 152/06 e dai Piani di Tutela della Acque regionali e con danni ingenti all’ecosistema fluviale.

 

7.      Introduzione del pagamento dell’acqua in agricoltura in rapporto al reale volume consumato, come accade da tempo in altri paesi europei, e non rispetto alla superficie irrigata, come accade in Italia nella maggior parte delle situazioni.

 

8.      Campagne di informazione dei cittadini su questi aspetti, in particolare degli agricoltori e con la collaborazione delle associazioni di categoria, per renderli consapevoli del reale impatto del consumo e delle possibilità di riduzione dell’utilizzo.

 

9.      Attuazione di importanti investimenti sulla attuale rete acquedottistica. I dati di perdita fisiologica di un acquedotto (15-25%) oggi sono ampiamente superati in molti casi, soprattutto nel Centro e nel Sud del Paese. Occorre su questo investire e ricostruire. L’acqua potabile è la più preziosa.

 

10.  tecnologie di water saving. Proporre politiche di incentivazione a tutto il comparto industriale per riconvertirsi gradualmente a processi industriali meno idrovori.

notizieradiclai, 11-IX-07.