14/17-XI, Mali, 4th Ministerial of the Community of Democracies

Community of Democracies 4th Ministerial, 14-17 November, Bamako, Mali

Next week, participants will be gathering at the 4th Ministerial of the Community of Democracies, which will take place 14-17 November in Bamako, Mali.  The four day conference brings together participants from more than 100 countries and democratic activists to discuss the state of democracy in the world and proposals to advance global democracy.  Please see below for a copy of the conference agenda and program highlights as they become available.

Bamako, 15 novembre 2007

Si è aperta oggi a Bamako la Quarta Conferenza Ministeriale della Comunità delle Democrazie, ospitata dal Governo del Mali che da aprile 2005 presiede il Gruppo dei Paesi Convocatori della CoD.

E’ prevista la partecipazione di oltre 1500 rappresentanti sia di governi che della società civile, provenienti da oltre 150 paesi.

I Paesi che partecipano alle riunioni  della CoD sono oltre 150, di cui 127 sono partecipanti a pieno titolo mentre 24 sono osservatori. Questa distinzione avviene sulla base dei criteri fondanti della Comunità delle Democrazie ovvero sullo stato interno di rispetto dei diritti umani, civili e politici dell’individuo nonché sul rispetto dei principi democratici universalmente riconosciuti. 

Alla riunione partecipano Antonio Stango per il Partito Radicale Transnazionale (che fa parte del Comitato Direttivo delle ONG della Comunità delle Democrazie) e Nicola Giovannini per Non c’è Pace Senza Giustizia. Sono presenti inoltre i Consiglieri Generali del Partito Radicale Vo Van Ai, Presidente del Vietnam Committee for Human Rights e Penelope Faulkner, nonché il leader democratico egiziano Saad Eddin Ibrahim, Bogalech Gebre, leader della lotta contro le mutilazioni genitali femminili in Etiopia e Mohsen Marzouk, coordinatore del Kawakibi Democracy Transition Center. 

Il tema principale della riunione di Bamako è quello del legame di reciprocità tra democrazia e sviluppo,  con una attenzione particolare sui diversi meccanismi che si prestano all’avvio di processi di eguaglianaza economica e sociale e riduzione della povertà. Si discuterà anche dei modi possibili per rafforzare le azioni del Democracy Cocus alle Nazioni Unite, un gruppo di Paesi membri dell’ONU il cui cui scopo è quello di assicurare il coordinamento in seno all’ONU stesso in materia di promozione dei diritti umani e della democrazia. 

Dichiarazione di Nicola Giovannini, delegato di Non c’è Pace Senza Giustizia alla riunione della CoD. “C’è una certa delusione da parte della società civile e delle ONG oggi, perché nonostante i propositi su cui si fonda la nascita stessa della CoD le organizzazioni non governative non sono state molto coinvolte nel processo di lavoro dei governi. I governi si stanno riunendo in forma riservata, e così anche le ONG. Il risultato è che oggi sono in corso due processi paralleli che hanno portato a due documenti distinti.

A livello procedurale abbiamo tutti notato una regressione rispetto alla riunione di Santiago del Cile del 2005, dove il presupposto di una stretta collaborazione tra governi e società civile era anche strutturalmente ben definito fin dall’inizio.

Il documento approvato dal Gruppo dei Paesi Convocatori propone tra l’altro la creazione di un Segretariato Permamente del Gruppo stesso: la Polonia si è offerta di ospitare la struttura ma ancora non è chiaro quale sarà la composizione di questo segretariato.” 

Il documento dei Paesi Convocatori inoltre richiama la necessità di rafforzare il ruolo della società civile nel corso del processo verso la democrazia e condanna fermamente le restrizioni che vengono riservate da parte di molti governi alla libertà di espressione e di organizzazione. 

Il documento si è scontrato con un’altra contraddizione, che ha suscitato lo sconcerto dei rappresentanti delle organizzazioni non governative. Il Governo del Mali infatti ha rifiutato di rilasciare il visto per partecipare alla riunione a due rappresentanti della Taiwanese Democracy Foundation, pare su pressione della Cina, anche se Taiwan non è presente come Governo e nemmeno la Cina. La reazione dei partecipanti è stata unanime. Nel pomeriggio infatti, insieme al documento ufficiale delle ONG composto di 83 raccomandazioni in tema di democrazia, sono state adottate tre dichiarazioni: una di condanna di questo episodio, una dei fatti accaduti in Birmania e in Pakistan e una relativa alla persecuzione da parte del Governo egiziano del leader democratico Saad Eddin Ibrahim, al quale viene impedito di rientrare nel suo Paese. 

Domani sono previste altre riunioni in forma di tavola rotonda tra Governi e organizzazioni non governative.  Per informazioni:

Antonella Dentamaro, 06-68803791 email adentamaro@npwj.org

notizieradicali, 16-XI-07.