radicali: reflexión sobre grupo parlamentario propio

Bernardini: Ancora non abbiamo fatto la scelta di iscrizione al gruppo, c'è tempo fino al due maggio 

• da una nota di agenzia letta a Radio Radicale

"Ancora non abbiamo fatto la scelta di iscrizione al gruppo, c'è tempo per farla fino al due maggio. E' una valutazione che dovremo fare in questi giorni, avendo il Pd fatto la deroga per Italia dei Valori, al contrario di quel che è stato detto in campagna elettorale. Vogliamo comprendere meglio come si configura questo nostro rapporto con il Pd, e dunque questa scelta ancora non l'abbiamo fatta". Lo ha detto la neodeputata Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani ed eletta nelle liste del Pd, intervistata da Radio Radicale.

"Domani alle 13 è prevista una riunione alla quale noi andremo perché è la riunione degli eletti nelle liste del Pd. Ci sarà un intervento di Veltroni, e lo seguiremo" ha detto la Bernardini, che ha ricordato - al momento della procedura di accreditamento a Montecitorio - di avere procedimenti in corso per le iniziative di disobbedienza civile messe in atto dai Radicali nei mesi e negli anni passati.

"Il prossimo processo, che riguarda le disobbedienze civili per la legalizzazione delle sostanze stupefacenti e per modificare la giurisprudenza sul consumo e la detenzione, ci sarà a Siena il 18 giugno, insieme ad altri nostri compagni. Quindi alla domanda esplicita ho risposto: sì, ho carichi pendenti" ha concluso la Bernardini.

28-IV-08, notizieradicali


 

• da Avvenire del 29 aprile 2008, pag. 6

Il nodo sembra ancora tutto da sciogliere. Perché se Walter Veltroni rivolge un «invito» ai radicali eletti nelle liste del Pd affinché decidano di «stare insieme» nel gruppo del Partito democratico» («So che c’è una discussione in corso, mi auguro questa riflessione abbia un esito positivo»), invece Paola Binetti, deputato teodem del Pd, spera «che i radicali scelgano di stare fuori dal gruppo parlamentare del Partito democratico, seguendo una linea che per altro è a loro congeniale». E loro, i radicali, intanto prendono tempo e come al solito trattano: «Nell’incontro della scorsa settimana - dice Emma Bonino - Veltroni ci ha detto che riteneva utile che noi facessimo parte del gruppo del Pd. Io ho ribadito che mi pareva utile prendere in considerazione l’idea di uno statuto che stabilisse diritti e doveri della delegazione radicale. La prima risposta è stata negativa, ho insistito, ci siamo lasciati dicendo che ci saremmo risentiti». Uno dei punti, statuto a parte - va avanti la Bonino - è che «ci era stato annunciato un gruppo parlamentare nel quale ci saremmo stati noi e gli eletti dell’Idv, cui erano state consentite liste autonome perché c’era un impegno a confluire nel Pd. Ora l’Idv farà gruppi autonomi e di confluenza nel Pd se ne parla al termine della legislatura».

29-IV-08, notizieradicali

 

• da ItaliaOggi del 29 aprile 2008, pag. 6, di Emilio Gioventù

La sconfitta di Francesco Rutelli nella corsa a sindaco di Roma ha l'effetto di un buco nero nel partito democratico e investe anche i suoi satelliti, ovvero i rapporti con Italia dei Valori e radicali.

Se i primi si avviano a una opposizione dura e pura anche all'interno dello schieramento comune, con la quasi certezza che non ci sarà annientamento, i secondi sono in pausa di riflessione. «Ci stiamo pensando», dice il ministro uscente Emma Bonino a ItaliaOggi a proposito della scelta di iscriversi al gruppo unico. I radicali, dunque, meditano e aspettano di analizzare meglio la proposta di Walter Veltroni che da parte sua lancia i primi ammiccamenti. «Abbiamo rivolto un invito ai radicali a far parte del gruppo del Pd e gli abbiamo chiesto di condividere i contenuti politici della nostra opposizione. Rinnovo quest'invito. So che è in corso una discussione tra di loro su questo e mi auguro che si concluda positivamente». La discussione ci sarà, questo è assicurato. E non farà sconti perché i radicali dalla sconfitta di Rutelli e dagli effetti interni al partito sanno trarre una morale. «Vuol dire che in fondo non sta bene fare tutto da solo e che qualche volta è utile stare a sentire», dice la Bonino a proposito dell'esito del voto a Roma in riferimento alle sicure ripercussioni sulla tenuta di Veltroni, stretto tra Massimo D'Alema e i prodiani. Gia D'Alema. Intorno all'eterno rivale di Veltroni ruota il destino del Pd e del suo leader. Ed è un destino che inevitabilmente coinvolge anche gli alleati. Di Pietro soprattutto. Perché i dalemiani hanno già cominciato a mettere in dubbio le strategie seguite da Veltroni, prima tra tutte l'alleanza con Italia dei Valori. Un ostacolo secondo D'Alema e i suoi fedelissimi ad alleanze molto più  redditizie, almeno secondo loro, come quella con Pier Ferdinando Casini e l'Udc. Ma anche con ampie porzioni della sinistra oramai senza rappresentanza parlamentare. Due soggetti, Udc e sinistra, con i quali Di Pietro ha gia annunciato di non voler avere nulla a che fare. Specie con l'Udc, anzi con alcuni esponenti dell'Udc, riferendosi alla presenza nelle fila dei moderati dell'ex presidente della Regione Sicilia, Salvatore, Totò Cuffaro. Per D’Alema, pare di capire, l'alleanza con Italia dei Valori ha la stessa forza vincolate di un recinto. Chiede spazio D'Alema per esplorare altri orizzonti, magari anche sacrificando i patti siglati in campagna elettorale con Di Pietro. Che al momento si limita a posizionarsi sulla barricata dell'opposizione.

Più o meno quello che faranno i radicali almeno è quanto emerge dalle parole espresse da Emma Bonino che ieri a ItaliaOggi, in uno degli ultimi commenti da ministro, sulla vicenda Alitalia ha detto che «il tempo per una risposta alla Ue sul prestito ponte scade il 14 maggio e che il governo Berlusconi, insediandosi entro il 5 ha tutto il tempo per agire». A proposito di Alitalia, il ministro per il Commercio internazionale e per le Politiche europee ha detto di non sapere se il prestito per la compagnia di bandiera sia stato già erogato invitando a chiedere dettagli al ministero del Tesoro.

29-IV-08, notizieradicali